Consigli Allattamento: al seno, artificiale o misto

Alimentazione

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Foto di Helena Lopes su Unsplash

Ormai sentiamo parlare dappertutto di allattamento e, in particolare, dei benefici dell’allattamento al seno: ma ti sei mai chiesta quali sono le diverse tipologie di allattamento e i vantaggi o gli svantaggi di ciascun metodo? Non è detto, infatti, che un unico tipo di allattamento possa andare bene per tutte le donne: a prescindere, ovviamente, dalle questioni di salute, ogni mamma dovrebbe poter scegliere in maniera consapevole ciò che funziona meglio per sé, per il neonato e per la famiglia tutta. Proviamo insieme ad approfondire questo tema così interessante e a scoprire magari qualcosa di nuovo sull’allattamento.

Tipi di Allattamento: li conosci tutti?

Partiamo dall’allattamento al seno, in modo da capire cos’è il latte materno e cosa lo rende così irrinunciabile.

Innanzitutto, è bene sapere che il latte materno è considerato fondamentale – quando se ne ha sufficiente quantità a disposizione - perché fornisce tutti gli elementi nutritivi necessari e sufficienti per la salute e la crescita del neonato; addirittura la sua composizione cambia in maniera naturale in base alle esigenze del neonato nei vari momenti della crescita.

Andando un po’ più in profondità scopriamo che esistono tre tipo di latte materno:

  • il colostro, prodotto subito il parto fino circa al quinto giorno di vita del bambino: è un latte denso e giallastro, ricco di anticorpi, proteine, sali minerali e moltissimi altri nutrienti
  • il latte di transizione, prodotto dal 6° al 14° giorno: il latte materno comincia a cambiare la sua composizione, è meno ricco in proteine e sali minerali e contiene più zuccheri e grassi: diventa quindi un latte più calorico
  • il latte maturo, prodotto dalla seconda settimana: dopo 15 giorni il latte raggiunge la sua composizione “standard”, quella che manterrà fino allo svezzamento del bambino; questo latte è ricco di lipidi e di carboidrati, con una percentuale inferiore di proteine e sali minerali.

Sai già come gestire l’allattamento al seno? Se ancora non ti sei fatta un’idea chiara di come gestire l’allattamento, sappi che le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Salute spiegano con chiarezza come il latte materno dovrebbe essere alimento esclusivo e insostituibile per i primi sei mesi di vita del bambino. Gli alimenti complementari dovranno poi essere introdotti a partire dai sei mesi, momento in cui si inizierà un graduale svezzamento; questo non vuol dire smettere di allattare, anzi: l’OMS consiglia di proporre al bambino il latte materno fino ai due anni.

E l’allattamento con latte artificiale come funziona? Il latte artificiale, o detto anche “di formula”, è un derivato del latte vaccino nella gran parte dei casi, poi modificato per l’alimentazione umana; esistono alternative la cui fonte primaria sono altri mammiferi (es. capra) o vegetali (es. soia).

Viene prodotto:

  • in liquido, sterile e pronto da utilizzare, dal costo elevato
  • in polvere, non sterile, con costi variabili, più contenuti rispetto alla formulazione liquida.

Come leggiamo sul magazine dell’Ospedale San Raffaele, è bene sapere che: «la composizione del latte di formula per l’infanzia è rigorosamente regolamentata in Europa e in Italia da strette normative (direttiva 06/141/CE e successive modificazioni; in Italia è regolamentata dal Decreto Ministeriale (DM) n. 82 del 9 aprile 2009 e successive modificazioni), basati sulle norme stabilite dal Codex Alimentarius prodotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla Food and Agriculture Organization (FAO) delle Nazioni Unite, che esprimono dei principi fondamentali non derogabili, quali l’impossibilità di aggiungere ingredienti alle formule lattee solo perché presenti nel latte materno. Per farlo, è necessaria una dimostrazione che l’ingrediente apporti benefici nutrizionali o altri vantaggi per la salute del bambino, senza causare danni».

Ecco quindi che se ti trovassi nella situazione di utilizzare il latte artificiale, per scelta o necessità, puoi essere sicura che il tuo bambino non riceverà alimenti dannosi in nessun caso, ma solo e soltanto i nutrienti che sono provati apportare dei benefici.

Infine, esiste l’allattamento misto, quando si affianca l’allattamento al seno con l’integrazione del latte artificiale: questa scelta è da intraprendere in casi eccezionali e in un periodo di transizione, come «quando si attende di tornare ad allattare esclusivamente il proprio neonato, ad esempio, nel caso di madri separate dal proprio bambino per motivi di salute, di neonati nati prematuri, neonati o madri che presentino o abbiano presentato un periodo difficile dopo il parto» come specificato sempre nell’articolo dell’Ospedale San Raffaele.

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Tutti i vantaggi e gli svantaggi per ogni tipo di allattamento

Teniamo come riferimento il discorso sul latte materno, così portiamo gli altri tipi di allattamento a paragone:

  • Il latte materno è un alimento vivo, unico e completo, capace di soddisfare velocemente la sete e la fame del neonato
  • Chiaramente, il latte materno è sempre “pronto all’uso” e alla giusta temperatura
  • Non rappresenta una spesa aggiuntiva per la famiglia
  • Viene assorbito e digerito molto facilmente dai bambini
  • riduce il rischio di avere disturbi come asma, allergie, malattie infettive e anemia
  • favorisce la sopravvivenza nei neonati prematuri
  • Bere latte materno ha effetti positivi anche a lungo termine: un bambino allattato al seno, infatti, avrà una percentuale di rischio di gran lunga minore di sviluppare malattie non solo durante la prima infanzia ma anche durante lo sviluppo e in età adulta
  • Per di più, l’allattamento al seno porta benefici anche per le madri: riduce i rischi di cancro al seno e alle ovaie, il diabete di tipo II, e la depressione post-partum e si è notata una correlazione come metodo anticoncezionale (i dati ci parlano del 98% di protezione da una nuova gravidanza nei primi sei mesi dopo la nascita)
  • Ancora, è interessante sapere che allattando si dimagrisce più velocemente: non solo è un’attività impegnativa, ma soprattutto perché i grassi accumulati durante i nove mesi di gestazione vengono utilizzati per la produzione del latte

Ci sono naturalmente anche degli svantaggi nell’allattamento al seno:

  • Si tratta di un grande impegno per la mamma, che dovrà essere disponibile ad allattare ogni giorno in ogni momento
  • molte donne incontrano difficoltà all’inizio, anche perché non sempre sono correttamente istruite. Molte pratiche di routine che si svolgono ancora oggi in ospedale, come la separazione della madre e del bambino, oppure la supplementazione con latte artificiale, rendono più difficile per le madri e i neonati allattare al seno
  • bisogna fare infatti attenzione a mantenere le poppate frequenti, perché queste mantengono costante e abbondante la produzione di latte dal seno, cosa che altrimenti potrebbe diminuire fino a cessare

Veniamo invece al latte artificiale, che paragonato a quello materno avrà certamente degli svantaggi, ma potrebbe rappresentare una preziosa risorsa per chi deve rinunciare all’allattamento al seno per un motivo o per l’altro:

  • pur essendo formulato con tutti i nutrienti possibili, il latte artificiale non contiene gli anticorpi presenti nel latte materno
  • anche i benefici a lungo termine dell’allattamento al seno non possono essere replicati con latte artificiale
  • bisogna fare molta attenzione alla preparazione del latte artificiale perché potrebbero presentarsi rischi legati all’acqua utilizzata o alla potenziale presenza di batteri nel latte in polvere
  • dall’altro lato è bene fare attenzione anche a come si prepara il biberon, perché diluire troppo la formula nell’acqua – per farla magari durare di più – può portare alla malnutrizione del bambino

Il periodo dell’allattamento è molto delicato perché molte madri, come equilibriste, devono spesso tornare a lavorare prima di aver terminato lo svezzamento, portandole quindi a scegliere un’integrazione con la formula oppure a scegliere direttamente di procedere con il latte artificiale.

Questo avviene perché non hanno il tempo sufficiente o un luogo adatto per allattare al seno, estrarre e conservare il loro latte: serve infatti un posto sicuro, pulito e privato e non sempre è possibile averlo.